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90 | storia della decadenza |
[A. D. 629] Le facoltà del senso e del raziocinio son poco capaci di operare sopra se medesime; l’occhio nostro è il più inaccessibile di tutti gli oggetti per la nostra vista, e nulla sfugge tanto al nostro pensiero, quanto le operazioni dell’animo nostro; tuttavolta pensiamo, ed anche sentiamo, che ad un ente ragionevole e consapevole della sua esistenza, compete essenzialmente una volontà, vale a dire un sol principio d’azione. Quando Eraclio tornò dalla guerra di Persia, quest’eroe ortodosso dimandò ai Vescovi se il Cristo ch’egli adorava in una sola persona, ma in due Nature, fosse mosso da una sola, o da una doppia volontà. Essi risposero, che una sola volontà animava il Cristo, e l’Imperatore sperò che questa dottrina, scevera certamente d’inconvenienti, e che sembrava la vera, poichè veniva insegnata dagli stessi Nestoriani1, richiamerebbe dall’errore i Giacobiti dell’Egitto e della Siria. Ne fu fatta la prova,
- ↑ La Croze (Christian. des Indes, t. I, p. 19, 20) ha notato questa straordinaria e forse inconseguente dottrina dei Nestoriani; vien’essa esposta più minutamente da Abulfaragio (Bibl. orient. t. II, 292; Hist. dynast., pag. 91, vers. lat., Pocock), e dall’istesso Assemani (t. IV, p. 218); pare che ignorino, ch’essi poteano allegare l’autorità positiva dell’Ectesi. Ο μιαρος Νεςοριος καιπερ διαιρων τη θειαν του Κυριου ενανθρωπησιν, και δυο εισαγων υιους δυο θεληματα τουτων ειπειν ουν ετολμησε, τουναντιον δε ταυτο βουλιαν των ... δωο προσωπων εδοξασε, l’iniquo Nestorio, benchè col dividere la divina Umanità del Signore e introdurre due Nature, (rimprovero ordinario dei Monofisiti) non ebbe coraggio di asserire due volontà in esse, e per l’opposito opinò esser una la volontà delle due Persone. (Concil. t. VII, p. 205).
re, (l. V, c. 3), non mette più nella sua storia fatti ecclesiastici, ma solamente civili.