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zione di questa legge, erano però sotto il suo giogo di ferro privati non solo di tutti i vantaggi sociali, ma di tutti i diritti di nascita che poteano pretendere come uomini e come cristiani. Dopo quattro secoli, i Montanisti della Frigia1 respiravano tuttavia quel salvatico entusiasmo di perfezione, e quel foco profetico, ond’erano stati infiammati da’ loro Apostoli, maschi o femmine2, particolari strumenti dello Spirito Santo. Essi all’avvicinarsi de’ sacerdoti, e de’ soldati cattolici coglievan con trasporto la corona del martirio; perivano nelle fiamme il Conciliabolo, e li congregati; ma l’anima dei primi fanatici viveva ancora la stessa trecent’anni dopo la morte del lor tiranno. A Costantinopoli non aveva la chiesa degli Ariani protetta dai Goti, temuto il rigor delle leggi: in ricchezza e in magnificenza non cedevano i loro preti al senato, e poteano benissimo l’oro e l’argento che loro tolse Giustiniano essere rivendicati come i trofei delle province, e le prede dei

    vata da Giovanni Malala (t. II, p. 63, edit. di Ven. 1733), il quale è sempre più degno di fede verso la fine della sua opera: dopo aver fatto l’enumerazione dei Nestoriani e degli Eutichiani ec., ne expectent, dice Giustiniano, ut digni venia judicentur; jubemus enim ut ... convicti et aperti haeretici justae et idoneae animadversioni subjiciantur. Questo editto del codice è riferito con elogio da Baronio (A. D. 527, n. 39-40).

  1. Vedi il carattere e le massime dei Montanisti in Mosemio, (De rebus Christ. ante Costantinum, p. 410-424).
  2. Sono nati i Cristiani eretici detti Montanisti da Montano loro Capo, cui si unirono Priscilla, e Massimilla che abbandonarono i loro mariti; i Montanisti erano visionarii, e fanatici oltre modo. (Nota di N. N.)