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dell’impero romano cap. xlix |
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pi1 ci serbarono qualche memoria del palazzo, della moneta, del tribunale, degli editti di que’ principi, e della giustizia esecutiva, che sin al decimo-terzo secolo era dal Prefetto di Roma esercitata in virtù de’ poteri conferitigli da’ Cesari2; ma infine per gli artificii de’ Papi e per la violenza del popolo, questa sovranità degl’Imperatori fu soppressa. I successori di Carlomagno, paghi de’ titoli d’Imperatore e d’Augusto, non posero cura nel mantenere quella giurisdizione locale; ne’ tempi prosperi, era l’ambizione loro pasciuta d’idee più lusinghiere, e nella decadenza e division dell’Impero i lor pensieri furono del tutto assorti da quello di difendere le province ereditarie. [A. D. 932] In mezzo a’ disordini dell’Italia, la famosa Marozia indusse uno degli usurpatori a sposarla, e la sua fazione guidò Ugo, re di Borgogna, entro la Mole d’Adriano, ossia Castello Sant’Angelo, che domina il ponte principale, ed uno degli ingressi di Roma. Suo figlio Alberico, ch’ella ebbe da uno de’ suoi primi mariti, fu astretto a servire al banchetto nuziale; il suo suocero sdegnato della ripugnanza manifesta con cui quegli adempieva tale ufficio gli diede una percossa. Questa originò una rivoluzione. „Romani, gridò il giovanetto, voi eravate un tempo i signori del Mondo, e questi Borgo-
- ↑ Vedi su la Storia degl’Imperatori, in ciò che concerne Roma e l’Italia, il Sigonio (de Regno Italiae Opp. t. II, colle note del Saxius) e gli Annali del Muratori, il quale per altro poteva con più precisione citare gli Autori nella sua gran Raccolta.
- ↑ Vedi la dissertazione del Le Blanc in fine del suo trattato delle Monete di Francia, ove dà contezza di alcune monete romane d’Imperatori francesi.