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dell’impero romano cap. xlix 333

lia era divenuta la monarchia di Francia; ma nel decadere della linea dei Merovingi ne furono ristretti i limiti dall’independenza de’ Bretoni e dalla rivolta dell’Aquitania. Carlomagno incalzò i Bretoni sino alle rive dell’Oceano, confinò sulle coste quella feroce tribù, per l’origine e pel dialetto tanto rimota dai Francesi, e per gastigo le impose tributi, ne trasse ostaggi, e obbligolla alla pace. Dopo lungo contrasto, la provincia d’Aquitania fu confiscata, e i suoi Duchi perdettero libertà e vita. Sarebbe stata questa una punizione troppo rigorosa per governatori ambiziosi, rei soltanto d’aver voluto troppo imitare i Prefetti del Palazzo; ma una carta non guari scoperta1 prova che quelli erano gli ultimi discendenti di Clodoveo, e i legittimi eredi della sua corona per parte d’un ramo cadetto proveniente da un fratello di Dagoberto. Era ridotto l’antico loro regno al Ducato di Guascogna, colle contee di Fesenzac e d’Armagnac, situate alle falde de’ Pirenei; se ne propagò la razza fino al cominciamento del sesto secolo; e sopravvissero ai Carlovingi, loro oppressori, per provare

    in poche parole (c. 15) le varie contrade sottomesse al suo Imperio. Struvio (Corpus Hist. german. p. 118-149), ha inserito nelle sue note i testi delle cronache antiche.

  1. Un diploma conceduto al monastero di Alaon (A. D. 845) da Carlo il Calvo ne dà questa genealogia. Non so se in quella catena tutti gli anelli del nono e decimo secolo sian tanto saldi quanto gli altri. Nulla di meno la genealogia è approvata e difesa tutta intera dal Signor Gaillard, (t. II. p. 60-81. 203-206), il quale afferma, che la famiglia di Montesquieu (non già quella del presidente di Montesquieu), discende, per donne, da Clotario e da Clodoveo. Pretensione innocente.