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dell’impero romano cap. xlix |
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sto che personale: a que’ giorni il Francese passava la sua vita vagabonda alla caccia, in pellegrinaggi, o in avventura militari; nè differivano i viaggi di Carlomagno se non per una serie più numerosa di corse, e per un oggetto più rilevante. A ben giudicare della fama, che ottenne nel mestiere dell’armi, è d’uopo considerare quali fossero le sue soldatesche, i suoi nemici e le azioni sue. Alessandro fece i suoi conquisti coi soldati di Filippo; ma i due eroi, che avean preceduto Carlomagno, gli lasciarono in eredità col nome gli esempli loro, ed i compagni delle lor vittorie. Con queste vecchie milizie, di gran lunga più numerose, sconfisse egli nazioni selvagge o tralignate, inette a riunirsi per la sicurezza comune; e giammai non ebbe a combattere un esercito ugualmente copioso, o paragonabile al suo per armi o per disciplina. La scienza della guerra s’è perduta e ravvivata colle arti della pace; ma le campagne non sono state illustrate da verun assedio o da veruna battaglia molto difficile, o di successo molto strepitoso; e dovette con occhio d’invidia vedere i trionfi del suo avo sui Saracini. Dopo la sua corsa di Spagna, il suo retroguardo fu sbaragliato nei Pirenei; e i suoi soldati, che vedeansi in un cimento irreparabile e dove il valore era inutile, poterono morendo accusare il lor Generale di poca abilità o circospezione1. Con tutto il rispetto farò un cen-
- ↑ Il famoso Rutlando, Rolando, Orlando fu ucciso in quel fatto cum compluribus aliis. La verità s’incontra in Eginardo (c. 9. Hist. de Charlemagne) p. 51-56.), e la favola in un supplimento ingegnoso del Signor Gaillard (t. III, p. 474). Van troppo superbi gli Spagnuoli d’una vittoria attribuita dai Monumenti storici ai Guasconi, e dai Romani ai Saracini.