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dell’impero romano cap. xlix 327

rito reale risalta di più per la barbarie del secolo e della nazione sulla quale egli si sollevò; ma gli oggetti acquistano pure una grandezza apparente dal confronto della picciolezza di quelli che stan loro d’intorno, e alla nudità del deserto son debitrici le rovine di Palmira di gran parte della loro maestà. Io posso senz’ingiustizia notare alcune macchie sulla santità e la grandezza del restauratore dell’Impero occidentale. La continenza non è tra le sue virtù morali quella che risplenda di piùnota: per altro nove mogli o concubine, altri amorazzi meno osservati e meno durevoli, i tanti bastardi, che tutti furon da lui collocati nell’Ordine ecclesiastico, il lungo celibato e i licenziosi costumi delle sue figlienota, le quali, per quanto sembra, erano da lui amate più del dovere, 1 2

    tesquieu (Esprit. des Lois, l. XXXI. c. 28) hanno profuso a Carlomagno gli elogi. Il Signor Gaillard pubblicò nel 1782 la storia di questo monarca (4. Vol. in 12), la quale mi fu assai profittevole, e ne ho usato liberamente. L’autore è giudizioso ed umano; la sua opera elegante ed accurata. Ho per altro esaminato anche i monumenti originali dei regni di Pipino e di Carlomagno nel quinto volume degli Storici di Francia.

  1. La visione di Veltin, composta da un monaco, undici anni dopo la morte di Carlomagno, lo mostra in purgatorio, ove un avvoltoio gli sta lacerando l’organo de’ suoi peccaminosi piaceri, senza toccare le altre parti del suo corpo, emblemi delle sue virtù (V. Gaillard, t. II, p. 317-360.)
  2. Il matrimonio d’Eginardo con Emma, figlia di Carlomagno, è abbastanza confutato, per mio avviso, dal probrum e dalla suspicio rovesciate da lui su queste belle fanciulle, senza eccettuarne quella che se gli assegna per moglie (c. XIX, p. 98-100 cum notis Schmincke); un marito avrebbe avuto un animo troppo forte se avesse adempiuto così esattamente i doveri d’uno storico.