314 |
storia della decadenza |
|
sioni. Coloro che più ardentemente cercavano i favori temporali e celesti, prevenivano l’elezione che farebbe la sovrana, e non mancavano d’approvarla. La promozion di Tarasio, suo segretario, alla dignità di Patriarca di Costantinopoli, la fece arbitra della Chiesa d’Oriente: ma i decreti d’un Concilio generale non si poteano rivocare, che da un’assemblea della stessa qualità1; gl’Iconoclasti da lei radunati, fatti forti dal possesso attuale, pareano poco inclinati alle discussioni, e la debole voce dei loro Vescovi era avvalorata dalle grida assai più formidabili dei soldati e della plebe di Costantinopoli. Fu differito per un anno il Concilio; e in quest’intervallo si ordirono maneggi, si separarono le squadre mal affezionate, e finalmente, per toglier di mezzo tutti gli ostacoli, fu deciso che si congregherebbe il Concilio in Nicea; così secondo l’uso della Grecia fu un’altra volta la coscienza dei Vescovi in mano dei principi. [A. D. 787] Non si assegnarono che diciotto giorni pur l’esecuzione di sì grande affare; comparvero gl’Iconoclasti nell’Assemblea non come giudici, ma come rei o penitenti; la presenza dei Legati del Papa Adriano e dei Patriarchi dell’Oriente crebbero la pompa di quella scena2. Tarasio, che presedeva al Concilio, stese
- ↑ Vedi gli Atti in greco e in latino del secondo Concilio Niceno, coi documenti relativi, nel volume ottavo dei Concilii (p. 645-1600 ). Una version fedele, corredata d’annotazioni critiche, moverebbe i lettori, secondo che fossero disposti nell’animo, o al riso o al pianto.
- ↑ I Legati del Papa che intervennero al Concilio erano messaggeri inviati a caso, sacerdoti senza missione speciale, che furon disapprovati nel lor ritorno. I cattolici persuasero alcuni monaci vagabondi a rappresentare i Patriarchi d’Oriente.