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dell’impero romano cap. xlix 299

risposta sì conforme al desiderio dei Franchi fu ricevuta da essi come l’opinione d’un casuista, la sentenza d’un Giudice, o l’oracolo d’un Profeta1: sparve la razza Merovingia; e fu innalzato Pipino sopra lo scudo da un popolo libero, assuefatto ad obbedire alle sue leggi ed a marciare sotto il suo vessillo. Fu incoronato due volte colla confermazione della Corte di Roma; la prima dal servo fedele dei Papi, S. Bonifazio, apostolo della Germania, e la seconda dalle mani riconoscenti di Stefano III, che nel monastero di S. Dionigi pose il diadema in capo al proprio benefattore. Alle altre cerimonie si aggiunse allora destramente l’unzione dei Re d’Israele2: il successore di S. Pietro assunse il carattere d’un messaggero di Dio; divenne un Capo germanico agli occhi dei popoli, l’unto del Signore, e tanto la va-

  1. Non è maraviglia che in quei tempi d’ignoranza di tutte le cose, e di confusione di tutte le idee, un vasto campo si sia presentato ad alcuni Papi per estendere grandemente con molti disordini ed abusi il loro potere, e per trasformarlo a danno dei diritti dei re e dei governi, e tacendo le affievolite leggi, e le volontà, sieno in Europa, divenuti gli oracoli in ogni argomento civile, e politico; ma gli abusi non somministrano ragioni di offendere la religione. (Nota di N. N.).
  2. Non fu assolutamente allora la prima volta che si usò l’unzione dei re d’Israele; se ne fece uso sopra un teatro meno cospicuo nel sesto e settimo secolo dai Vescovi della Brettagna e della Spagna. L’unzione reale di Costantinopoli fu presa ad imprestito dai Latini nell’ultima epoca dell’Impero. Costantino Manasse parla di quella di Carlomagno come d’una cerimonia straniera, giudaica e incomprensibile. Vedi i Titoli d’onore di Selden nelle sue opere, vol. 3, part. 1. p. 234-249.