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procedeano del pari, e seguivano la medesima politica; e Roma, perdute e legioni e province, vedea di nuovo ristabilita la sua supremazia dal genio e dalla fortuna dei Papi. Tutti gli autori convengono, che nel secolo ottavo essi hanno fondato il dominio sulla ribellione1; che questa fu cagionata

  1. Se la sollevazione d’Italia contro il suo legittimo sovrano, cagionata dall’Iconoclastia, diede occasione, agli abitanti di Roma e delle vicine terre di darsi volontariamente a Gregorio II, e di considerarlo suo principe, onde quest’atto può riguardarsi il primo dei molti avvenimenti che determinarono ne’ Papi potestà, e indi sovranità temporale, bisogna per altro aggiungere, e confessare, che lo stesso Gregorio II s’adoperò scrivendo ad Orso, Doge di Venezia, acciocchè l’Esarcato di Ravenna invaso dai Longobardi nel tempo della ribellione pel decreto dell’Imperatore Leone contro il culto delle Immagini rimanesse sotto il dominio dell’Imperatore stesso; Quia peccato faciente Ravennatum civitas quae caput est omnium a nec dicenda gente longobardorum capta est, et filius noster eximius D. Exarchus apud Venetias moratur (ut cognovimus) debeat Nobilitas tua ei adhaerere, et cum eo nostra vice pariter decertare, ut ad pristinum statum sanctae reipubblicae in Imperiali servitio ipsa revocetur Ravennatum civitas etc. Epistola Gregorj II. Labbe T. 8. p. 177 ad Ursum Ducem Venetiarum. E la Repubblica di Venezia obbedendo al papa, potente in que’ giorni anche nelle cose politiche, e civili, rimise con un’armata Paolo Esarca, per l’Imperatore, nel governo di Ravenna siccome ci documenta il Sigonio, Lectis litteris Veneti autoritatem Pontificis secuti Paulum summa ope adjuvandum decreverunt Sigonius de Regno Italiae, l. 3.
    Ed è vero ancora, che lo stesso Gregorio indi impedì, che gli Italiani eleggessero un nuovo Imperatore; omnis Italia consilium iniit ut eligeret Imperatorem, sed compescuit tale judicium Pontifex sperans conversionem Principis. Anes. Bibl. Vita Gregorii II. (Nota di N. N.)