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[A. D. 1180] Qualche volta gl’interessi e le passioni contrarie aveano disturbata l’amicizia fraterna dei due figli d’Alessio il Grande. Dall’ambizione fu tratto Isacco Sebastocratore a fuggire ed a ribellarsi. La fermezza e la clemenza di Giovanni il Bello lo ricondussero a sommessione. Leggieri e di poca durata furono gli errori d’Isacco, padre degl’Imperatori di Trebisonda; ma Giovanni, il maggiore de’ suoi figli, abiurò la sua religione per sempre. Irritato per un insulto ch’ei credeva avere, a torto od a ragione, ricevuto dallo zio, abbandonò il campo de’ Romani, e rifuggissi a quello de’ Turchi. Venne premiata la sua apostasia dal matrimonio colla figlia del Soldano, dal titolo di Chelbi, o Nobile, e dal retaggio d’una sovranità: e nel quindicesimo secolo si gloriava Maometto II di discendere dalla famiglia de’ Comneni. Andronico, fratello cadetto di Giovanni, figlio d’Isacco, e nipote d’Alessio Comneno è uno degli uomini più singolari del suo secolo, e le avventure di lui formerebbero materia di stranissimo romanzo. Fu amato da tre donne di regia stirpe, e per giustificarne l’inclinazione debbo notare, che questo amante fortunato aveva tutte le proporzioni, in cui consiste la forza e la bellezza; quello che gli mancava di grazia e d’amabilità era compensato da un maschio contegno, da un’alta statura, da muscoli atletici, dalla sembianza e dalle maniere d’un soldato. Si mantenne sano e vigoroso sino ad un’età molto matura, in grazia della temperanza e degli esercizi che faceva. Un tozzo di pane e un bicchiere d’acqua erano spesso la sua cena, o se assaggiava d’un cignale o d’un capriolo cucinato colle sue mani, era solamente quando se l’era guadagnato con una caccia laboriosa. Abile a maneggiare