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storia della decadenza |
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applaudito al valore di quel principino nella guerra coi Turchi, fu ratificata la scelta. Il fedele Axuc partì frettolosamente per Costantinopoli, si assicurò della persona d’Isacco, e lo relegò in una prigione onorevole; poi col donativo di quattrocento marchi d’argento, comperò il voto di quelli ecclesiastici, che reggevano il clero di Santa Sofia, e che erano assolutamente autorevoli per la consecrazion dell’Imperatore. Non tardò Manuele a giugnere nella capitale coll’esercito composto di vecchi soldati fedeli; suo fratello fu pago del titolo di Sebastocratore: i sudditi ammirarono l’alta statura, e le maniere marziali del nuovo sovrano, e s’abbandonarono alla speranza che all’attività e al vigore giovanile congiungesse la sapienza dell’età matura. Ma presto videro coll’esperienza, che non aveva ereditato se non se il coraggio e i talenti del padre, ma che le virtù sociali di questo erano state con lui sepolte nella tomba; per tutto il tempo ch’egli regnò, cioè per trentasett’anni, fece sempre la guerra, con vario successo, ai Turchi, ai Cristiani e alle popolazioni del deserto situato al di là del Danubio. Combattè sul monte Tauro, nelle pianure dell’Ungaria, sulla costa dell’Italia e dell’Egitto, sui mari della Sicilia e della Grecia. Le conseguenze de’ suoi trattati furono sentite da Gerusalemme sino a Roma, e nella Russia; e la monarchia di Bizanzio divenne per qualche tempo oggetto di riverenza, o di terrore, per le Potenze dell’Asia e dell’Europa. Educato Manuele nella porpora e nel lusso orientale, avea pur conservato il ferreo temperamento guerresco, di cui non si trova di leggieri esempio da paragonarsegli, fuorchè nelle vite di Riccardo I, Re d’Inghilterra, e di Carlo XII, Re di Svezia. Tanta