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218 | storia della decadenza |
di Ducas illustrò il sangue, e consolidò il trono nella famiglia dei Comneni.
[A. D. 1078] Aveva Giovanni Comneno, fratello dell’Imperatore Isacco, dopo il suo generoso rifiuto della corona, passato il rimanente de’ suoi giorni in un riposo onorevole. Lasciava otto figli d’Anna, sua sposa, donna d’un coraggio e d’una abilità superiori al suo sesso, e moltiplicarono tre figlie le alleanze dei Comneni coi più nobili tra i Greci. Una morte immatura tolse dal Mondo il maggiore de’ suoi cinque figli Manuele; Isacco ed Alessio giunsero all’Impero, e restaurarono la grandezza imperiale della lor Casa; Adriano e Niceforo, i più giovani, ne godettero senza fatica e senza pericolo. Alessio, il terzo e il più stimabile di tutti, era stato dotato dalla natura delle qualità le più preziose del corpo e dello spirito: sviluppate queste da un’educazion liberale, erano state in processo di tempo esercitate nella scuola dell’obbedienza e dell’avversità. L’Imperatore romano, per affetto paterno, non volle permettergli d’esporsi nella guerra dei Turchi; ma la madre dei Comneni venne compresa con tutta la sua ambiziosa famiglia, in un’accusa di delitto di lesa maestà, e sbandita dai figli di Ducas in un’isola della Propontide. Non andò guari che i due fratelli ne uscirono per segnalarsi, e per venire in favore. Combatterono, senza dividersi, i ribelli e i Barbari, e rimasero affezionati all’Imperatore Michele, fino a tanto che venne egli abbandonato da tutti e da sè medesimo. Nel primo abboccamento ch’egli ebbe con Botoniate „Principe, gli disse Alessio con nobile candore, m’avea reso il dovere vostro nimico, i decreti di Dio e quelli del popolo m’han fatto vostro suddito; giudicate