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storia della decadenza |
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imputò loro l’intenzione, vera o falsa, d’assassinare suo marito in un banchetto; ne sbigottirono i suoi partigiani: e i due usurpatori prevenuti nelle lor mosse, vennero presi, spogliati della porpora, e imbarcati per l’isola ed il monastero, ove poco stante aveano confinato il padre. Il vecchio Romano li ricevette alla riva con un sorriso di beffa, e dopo averli giustamente rimbrottati d’ingratitudine e di follìa, offerse a ciascheduno de’ suoi due colleghi all’Impero una porzione dell’acqua e dei cibi vegetali, che formavano i suoi pasti. Costantino VII contava i quarant’anni, quando divenne possessore dell’Impero d’Oriente, e vi regnò, o parve che regnasse, per quindici anni in circa. Gli mancava quell’energia che avrebbe potuto portarlo ad una vita attiva e gloriosa; gli studii che aveano dilettato ed onorato i suoi ozii, non erano più compatibili coi seri doveri di sovrano. L’Imperatore invece di reggere i suoi Stati, s’intertenne ad insegnare al figlio la teorica dell’arte di governare: dedito all’intemperanza e alla pigrizia, lasciò cadere le redini dell’amministrazione in mano d’Elena, sua moglie, che coi capricci del suo favore, facea sempre desiderare il ministro ch’ella rimoveva, sostituendone un altro più indegno. Nulla di meno per la sua nascita, e per le disgrazie, Costantino era divenuto caro ai Greci; i quali ne scusarono i difetti, ne rispettarono il sapere, l’innocenza, la carità, l’amore per la giustizia, e onorarono la pompa de’ suoi funerali con lagrime sincere. Secondo l’antica usanza fu esposto il suo corpo con grande apparato nel vestibolo del palazzo, e gli ufficiali dell’ordine civile e militare, i patrizi, il se-