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dell'impero romano cap xlviii. 189

bile entrar nelle grazie del Re, senza adattarsi ai suoi vizi. Il nuovo favorito divenne gran ciamberlano del palazzo, e si tenne in posto con un matrimonio vituperevole, sposando una concubina del principe, col disonore della sorella, che succedette alla precedente. Erano state abbandonate le cure amministrative a Cesare Barda fratello e nimico di Teodora. Le drude di Michele gli dipinsero lo zio come uomo odioso, e da temersi; fu scritto a Barda, che si abbisognava della sua persona per l’impresa di Creta; questi uscì di Costantinopoli, e il ciamberlano lo pugnalò sotto gli occhi dell’Imperatore nella tenda stessa ove gli dava udienza. Un mese dopo quest’azione ottenne Basilio il titolo d’Augusto, e il governo dell’Impero; egli sopportò questa associazion disuguale sino a tanto che si credette sicuro della stima del popolo. Per un capriccio dell’Imperatore ne fu posta a repentaglio la vita: Michele avvilì la sua dignità, dandogli un secondo collega, che aveva servito da remigante nelle Galee; tuttavolta non può considerarsi l’assassinio del suo benefattore che come un atto d’ingratitudine e di tradimento; e le chiese, ch’egli dedicò a S. Michele, furono una ben puerile e misera espiazione dal suo misfatto.

La vita di Basilio I può nelle sue epoche diverse paragonarsi a quella d’Augusto. Per la sua condizione non ebbe campo il Greco nella prima gioventù d’invadere la patria con un esercito, nè di proscrivere i più nobili de’ suoi concittadini; ma la sua indole ambiziosa si piegò a tutti gli artificii d’uno schiavo; seppe celare l’ambizione medesima ed anche le sue virtù, e con un assassinio s’insignorì dell’Impero, cui poscia resse con prudenza ed amore paterno. Ponno per avventura essere in con-