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172 | storia della decadenza |
tore, entrato in sospetto del pericolo che gli sovrastava, salpò da Costantinopoli con intenzione di domandare aiuto alle province ed agli eserciti. Questa pronta fuga pose Irene su l’orlo del precipizio; tuttavolta prima d’implorar la clemenza del figlio, diresse una lettera particolare agli amici, ch’ella aveva collocati al fianco del principe, e li minacciò, se mancavano alla parola datale, di svelare il lor tradimento all’Imperatore. La paura li fece intrepidi; arrestarono l’Imperatore sulla costa d’Asia, e lo condussero al palazzo nell’appartamento porfirico, ove era nato. L’ambizione avea soffocato nel cuore d’Irene tutti i sentimenti dell’umanità e della natura; nel suo sanguinario Consiglio si decise, che si ridurrebbe Costantino ad uno stato da non poter più regnare: gli emissari di lei s’avventarono sul principe mentre dormiva; gli immersero i pugnali negli occhi, con tal violenza e precipizio, che si sarebbe detto che volessero dargli la morte. Da un passo equivoco di Teofane argomentò l’autore degli Annali della Chiesa, che di fatto l’Imperatore spirasse sotto quei colpi. L’autorità di Baronio ha illuso, o vinto i Cattolici, e in ordine a questo non ha voluto il fanatismo de’ Protestanti porre in dubbio l’asserzione d’un cardinale, propenso per la protettrice delle Immagini; ma il figlio d’Irene visse ancora molti anni, oppresso dalla Corte, e dimenticato dal Mondo. La dinastia Isaurica s’estinse in silenzio, e non fu richiamata la memoria di Costantino, che pel matrimonio di sua figlia Eufrosina coll’Imperatore Michele II.
[A. D. 792] I più fanatici dei cattolici han giustamente detestato una madre sì snaturata, che nella storia dei mi-