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154 | storia della decadenza |
sato acqua calda sul capo, lo colpì violentemente col vaso che teneva in mano; cadde il principe sbalordito dal colpo, e soffocato dal calore dell’acqua; il suo corteggio non vedendolo ricomparire, corse colà, e riconobbe, senza commoversi, ch’egli era morto. Le soldatesche della Sicilia vestirono della porpora un giovinetto oscuro, ma d’una bellezza inimitabile, che non poteva, come è facile a credersi, essere ritratta dai pittori, nè dagli scultori d’allora.
[A. D. 668] Costanzo avea lasciato tre figli nel palazzo di Bizanzio; il primogenito avea ricevuto la porpora sin dall’infanzia. Quando ordinò che venissero a trovarlo in Sicilia, i Greci che voleano custodire quelli ostaggi preziosi, risposero, che quelli erano figli dello Stato, e che non doveano partire. Giunse la nuova della sua morte da Siracusa a Costantinopoli con una rapidità straordinaria, e Costantino, il primogenito de’ suoi figli, fu l’erede del suo trono, senza ereditare l’odio del Pubblico. Con grande zelo ed ardenza concorsero i sudditi a punire quella provincia, che aveva usurpato i diritti del Senato e del Popolo: il giovane Imperatore salpò dall’Ellesponto con una squadra numerosa, e raccolse sotto le sue insegne, nel porto di Siracusa, le legioni di Roma e di Cartagine. Agevole cosa era lo sconfiggere l’Imperatore acclamato dai Siciliani, e giusta ne era la morte; la sua bella testa fu esposta nell’Ippodromo; ma non posso applaudire alla clemenza d’un Principe che nel gran numero delle sue vittime comprese il figlio d’un patrizio, che non avea altra colpa che d’aver amaramente deplorato il supplizio d’un padre virtuoso. Questo giovine, chiamato Germano, fu