Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
dell'impero romano cap xlvii. | 125 |
della sublimità del grado cresce l’austerità della loro vita. Nelle ottantamila città o villaggi di quel governo spirituale riceve il Patriarca da ogni persona, che abbia compiuti i quindici anni, una picciola tassa volontaria; ma i seicentomila scudi, che ne ricava ogni anno, non bastano ai continui bisogni de’ poveri, nè ai tributi che si esigono dai Bascià. Dal principio dell’ultimo secolo ottennero gli Armeni una porzion considerevole e lucrosa del traffico dell’Oriente. Tornando d’Europa, sogliono le lor caravane arrestarsi nei dintorni d’Erivan; tributano agli altari i frutti della loro industriosa pazienza, e la dottrina d’Eutiche vien predicata alle congregazioni, che hanno formato da poco in qua nella Barberia e nella Polonia1.
V. Nelle altre parti dell’imperio poteva il principe annichilare, o ridurre al silenzio i Settarii di una dottrina creduta pericolosa; ma i testardi Egiziani si opposero mai sempre al Concilio di Calcedonia, e la politica di Giustiniano degnò adattarsi ad aspettare il momento in cui potesse giovarsi della lor discordia. La Chiesa monofisita d’Alessandria2
- ↑ Tutti i viaggiatori s’incontrano in Armeni, che han la metropoli sulla strada maestra fra Costantinopoli ed Ispahan; Vedi sul loro stato odierno il Fabricio (Lux Evangelii, etc. c. XXXVIII, p. 40-51), l’Oleario (l. IV, c. 40), il Chardin (vol. II, p. 232), Tournefort, (Letter. XX), e principalmente Tavernier (t. I, p. 28-37, 510-518), quel gioielliere vagabondo, che non avea letto alcun libro, ma che avea veduto tante cose, e bene.
- ↑ L’istoria dei Patriarchi d’Alessandria da Dioscoro fino a Beniamino è tratta da Renaudot (p. 114-164), e dal secondo volume degli Annali di Eutichio.