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fertile vallata. I Maroniti, dopo aver abiurato nel duodicesimo secolo l’error de’ Monoteliti si riconciliarono colle Chiese latine d’Antiochia e di Roma1, e soventi volte l’ambizione dei Papi, non che la miseria dei Cristiani della Siria rinnovellarono la stessa alleanza; ma è lecito dubitare, se questa riunione sia mai stata intera o leale, e indarno i dotti Maroniti del Collegio di Roma fecero il potere per assolvere i loro antenati dal delitto di scisma e di eresia2.

IV. Dal secolo di Costantino in poi si segnalarono gli Armeni3 nell’affetto per la religione e

  1. La testimonianza di Guglielmo di Tiro (Hist. in gestis Dei per Francos, l. XXII, c. 8, p. 1022), è copiata, o confermata, da Giacomo di Vitry (Hist. Hierosolym., l. II, c. 77, p. 1093, 1094); ma col potere dei Franchi mancò questa lega poco naturale, e Abulfaragio morto nel 1286, considera i Maroniti come una Setta di Monoteliti (Bibl. orient. t. II, p. 292).
  2. Trovo una descrizione e una storia de’ Maroniti nel Viaggio in Siria e nel monte Libano, del La Roque, due volumi in 12 Amsterd., 1723; particolarmente nel t. I, p. 42-47, 174-84, t. II, p. 10-120; in ciò che si riferisce ai tempi antichi aderisce alle opinioni pregiudicate di Nairon e d’altri Maroniti di Roma, alle quali non sa rinunziare Assemani, ed ha poi vergogna di sostenerle. Si consulti Jablonski (Instit. Hist. Christ. t. III, p. 186), Niebur (Voyage de l’Arabie, etc. t. II, p. 346, 370-381), e soprattutto il giudizioso Volney (Voyage en Egypte et en Syrie, t. II, p. 8-31, Paris, 1787).
  3. La Croze (Hist. du Christianisme de l’Ethiopie et de l’Arménie, p. 269-402), descrive in pochi tratti la religion degli Armeni. Ci rimanda alla grand’istoria d’Armenia pubblicata da Galano, (tre volumi in foglio, Roma 1650-1661), e raccomanda l’esposizione che dello stato dell’Armenia si fa nel terzo volume delle Nouveaux Mémoires des Missions du Levant. Convien dire, che sia assai pregevole l’opera d’un Gesuita, quando è lodata da La Croze.