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68 | storia della decadenza |
glie all’esecrazione della terra e del cielo. Gl’impenitenti peccatori, più crudeli di Falaride e di Sennacherib, più dannosi della guerra, della peste o d’un nuvolo di locuste, son privati del nome e de’ privilegi di Cristiani, della partecipazione de’ Sacramenti e della speranza del Paradiso. Il Vescovo esorta il Clero, i Magistrati ed il Popolo a rinunziare a qualunque commercio co’ nemici di Cristo, ad escluderli dalle proprie case o mense, ed a negar loro i comuni uffici della vita ed i convenienti riti della sepoltura. La Chiesa di Tolemaide, oscura e per quanto sembra poco autorevole, manda questa dichiarazione a tutte le altre Chiese del Mondo sue sorelle, dichiarando che qualunque profano rigetterà i suoi decreti, sarà partecipe del delitto e della punizione d’Andronico e degli empi seguaci di lui. Tali spirituali terrori acquistaron forza da una destra rappresentanza alla Corte di Bisanzio; il Presidente implorò tremando la pietà della Chiesa; e il discendente d’Ercole ebbe il piacere d’alzar da terra un prostrato Tiranno1. Tali principj ed esempi appoco appoco preparavano il trionfo de’ Pontefici Romani, che han posto il piede sul collo dei Re.
VI. Ogni Governo popolare ha provato gli effetti d’una rozza o artificiale eloquenza. Il naturale più freddo viene animato, e la ragione più soda vien mossa dalla rapida comunicazione dell’impeto che prevale; ed ogni uditore si trova spinto dalle sue proprie passioni, e da quelle della moltitudine che lo circonda. La rovina della libertà civile aveva fatto tacere i De-
- ↑ Vedi Sinesio Epist. 47. p. 186, 187. Epist. 72. p. 218, 219. Epist. 89. p. 230-231.