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50 | storia della decadenza |
zione Civile e l’Ecclesiastica imbarazzava le operazioni del Governo Romano; e la colpa ed il pericolo di toccar con mano profana l’arca del Testamento agitava un pio Imperatore. La separazione in vero degli uomini ne’ due ordini dello stato clericale e laicale era comune appresso molte antiche Nazioni; ed i Sacerdoti dell’India, della Persia, dell’Assiria, della Giudea, della Etiopia, dell’Egitto e della Gallia riconoscevano da un’origine celeste il poter temporale, ed i beni che avevano acquistati. Queste venerabili istituzioni s’erano a grado a grado assimilate a’ costumi e al governo de’ respettivi loro paesi1; ma l’opposizione o il disprezzo della potestà civile servì ad assodare la disciplina della primitiva Chiesa. I Cristiani erano stati costretti ad eleggere i loro Magistrati, ad esigere e distribuire certe tasse particolari, ed a regolar l’interno governo della loro Repubblica con un codice di leggi, ch’erano state confermate dal consenso del popolo e dalla pratica di trecent’anni. Quando Costantino abbracciò la Fede Cristiana, parve che contraesse una lega perpetua con una distinta e indipendente società; ed i privilegi conceduti o confermati da quell’Imperatore o da’ suoi successori si accettavano, non già come favori precarj della Corte, ma come giusti ed inalienabili diritti dell’Ordine Ecclesiastico.
Si amministrava la Chiesa Cattolica dalla spirituale e legittima giurisdizione di mille ottocento Vescovi2;