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dell'impero romano cap. xxiv. 375

bioso combattimento tagliato a pezzi vicino alla tenda Imperiale. Nella notte di poi, il campo di Carche fu difeso dalle alte dighe del fiume; e l’esercito Romano, sebbene continuamente esposto al molesto inseguimento de’ Saracini, piantò le sue tende presso la città di Dura1 quattro giorni dopo la morte di Giuliano. Esso aveva sempre il Tigri a sinistra; erano quasi tutte consumate le sue provvisioni e speranze; e gl’impazienti soldati, che s’erano fortemente persuasi, che le frontiere dell’Impero non fosser molto distanti, chiedevano al nuovo lor Principe la permissione di tentare il passo del fiume. Gioviano, coll’aiuto de’ suoi più savi Uffiziali, procurò di frenarne la temerità, rappresentando loro, che quando avessero avuto sufficiente abilità e vigore da vincere l’impetuosità di una rapida e profonda corrente, non avrebber fatto altro che andare a porsi nudi e senza difesa nelle mani de’ Barbari, che avevano occupato le opposte rive. Cedendo però finalmente alla clamorosa loro importunità, acconsentì con ripugnanza, che cinquecento Galli e Germani, assuefatti fin da fanciulli alle acque del Reno e del Danubio, tentassero l’ardita impresa, che sarebbe servita o d’incoraggiamento o d’avviso pel resto dell’esercito. Nel silenzio della notte passarono a nuoto il Tigri, sorpresero un posto non guardato dal nemico, e spiegarono allo spuntar del giorno il segno di lor risolutezza e fortuna. L’evento di tale sperimento dispose l’Imperatore a prestare orecchio alle promesse de’ suoi architetti, che proposero di co-

  1. Dura era una piazza forte nelle guerre d’Antioco contro i ribelli della Media e della Persia: Polib. l. V. c. 48, 52. p. 548, 552. Edit. Casaub. in 8.