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dell'impero romano cap. xxiv. | 331 |
tromila uomini che con quelli, che già v’erano, compiva il numero di diecimila soldati, regolar guarnigione di quella importante Fortezza1.
Subito che i Romani entrarono nel paese2 d’un attivo ed artificioso nemico, fu disposto in tre colonne3 l’ordine della marcia. Fu posta nel centro la forza dell’infanteria, e per conseguenza di tutto l’esercito, sotto il particolar comando di Vittore, Generale di essa. A destra il valoroso Nevitta conduceva una colonna di varie legioni lungo le sponde dell’Eufrate, e quasi sempre in vista della flotta, e la colonna della cavalleria proteggeva il fianco sinistro dell’esercito. Ormisda ed Arinteo furono eletti Generali della cavalleria; e le singolari avventure del primo di essi meritano la nostra attenzione4. Egli era un Principe Persiano della stirpe reale de’ Sassanidi, che nelle turbolenze della minorità di Sapore, dalla prigione
- ↑ Si descrivono l’impresa e l’armamento di Giuliano da lui stesso (Epist. XXVII.), da Ammiano Marcellino (XXIII. 3, 4, 5.), da Libanio (Orat. parent. c. 108. 109. p. 332. 333.), da Zosimo (lib. III. p. 160, 161, 162.), da Sozomeno (lib. VI. c. 1.) e da Gio. Malala (Tom. II. p. 17.).
- ↑ Prima d’entrar nella Persia, Ammiano descrive ampiamente (XXIII. 6. p. 369-419. Edit. Gronov. in 4.) le otto gran Satrapie o Province (fino alle frontiere Seriche, o Chinesi) che erano sottoposte ai Sassanidi.
- ↑ Ammiano (XXIV. 1.) e Zosimo (lib. III. pag. 162. 163.) hanno accuratamente esposto tal ordine.
- ↑ Si raccontano le avventure d’Ormisda con qualche miscuglio di favola da Zosimo (l. II. p. 100-102.) e dal Tillemont (Hist. des Emper. T. IV. p. 188.). Egli è impossibile, che ei fosse il fratello (frater germanus) di un primogenito postumo; nè io mi ricordo che Ammiano gli abbia mai dato quel titolo.