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dell'impero romano cap. xxiii 299

l’infame Giorgio di Cappadocia fu trasformato1 nel celebre S. Giorgio d’Inghilterra, avvocato dell’armi, della cavalleria e dell’ordine della giarrettiera2. Verso quel tempo stesso, che Giuliano seppe il tumulto d’Alessandria, ebbe notizia da Edessa, che la superba e ricca fazione degli Arriani aveva insultato la debolezza de’ Valentiniani, e commesso tali disordini, che non si doveano impunemente soffrire in uno Stato ben regolato. Senz’aspettare le lente formalità della giustizia, l’esacerbato Principe diresse i suoi ordini a’ Magistrati d’Edessa3, co’ quali confiscava tutti i beni della Chiesa: il danaro fu distribuito a’ soldati, e le terre addette al fisco; e quest’atto d’oppressione fu aggravato dalla più bassa ironia. „Io mi dimostro„ dice Giuliano: „il vero amico de’ Galilei. L’ammirabile lor legge ha promesso il regno de’ Cieli al povero, ed essi potranno avanzarsi con maggior facilità nel cammino della virtù e della salute, qualora siano, mediante la mia assistenza, sollevati dal

    sistono alcuni, forse non i più antichi dagli atti spurj, ed a traverso una nuvola di finzioni possiamo anche scorgere il combattimento che S. Giorgio di Cappadocia sostenne in presenza della Regina Alessandra contro il Mago Atanasio.

  1. Non si dà questa trasformazione come assolutamente certa, ma com’estremamente probabile. Vedi Lengueruana Tom. I. p. 194.
  2. Si potrebbe trarre una curiosa storia del culto di S. Giorgio fino dal sesto secolo (in cui era già venerato nella Palestina e nell’Armenia, in Roma ed a Treveri nella Gallia) dal Dottor Heylin Istor. di S. Giorg. 2. Ediz. Lond. 1633. in 4. p. 429. e da’ Bollandisti Act. SS. Mens. April. Tom. III. p. 100-163. La sua fama e popolarità in Europa, e specialmente in Inghilterra, provenne dalla Crociate.
  3. Juliano Epist. 43.