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dell'impero romano cap. xxiii 275

era sinceramente adorata da un politeista, che desiderava soltanto di moltiplicare il numero degli Dei1; e tal era l’appetito di Giuliano pe’ sacrifizi di sangue, che la pietà di Salomone, il quale nella festa della dedicazione aveva offerto ventiduemila bovi, e centoventimila pecore2, avrebbe potuto eccitar la sua emulazione. Tali riflessioni poterono influire ne’ suoi disegni; ma il prospetto d’un immediato ed importante vantaggio non soffriva che l’impaziente Monarca aspettasse il lontano ed incerto evento della guerra Persiana. Ei risolse d’erigere senza dilazione, sulla dominante cima del Moriah, un magnifico tempio; che potesse ecclissar lo splendore della Chiesa della Resurrezione, situata sull’addiacente colle del Calvario; di ristabilirvi un ordine di Sacerdoti, l’interessato zelo de’ quali scoprisse le arti, e resistesse all’ambizione de’ Cristiani loro rivali; e d’invitarvi una colonia numerosa di Ebrei, il forte fanatismo de’ quali sarebbe sempre stato pronto a secondare, ed anche a preve-

    di Spencer, di le Clerc, di Warburton ec., che hanno elegantemente deriso i timori, la follia e la falsità di alcuni superstiziosi Teologi. Vedi Div. Legat. vol. IV. p. 25.

  1. Giuliano (Fragm. p. 295) lo chiama rispettosamente μεγας θεος grande Dio, ed altrove (Epist. 63) lo rammenta con sempre maggior riverenza. Ei condanna doppiamente i Cristiani, e perchè credevano, e perchè rinunziavano la religione degli Ebrei. La loro Divinità era secondo esso il vero, ma non l’unico Dio. Ap. Cyrill. l. IX p. 305.
  2. I. Reg. VIII. 63. II. Numer. VII. 5. Joseph. Antiq. Jud. l. VIII, c. 4. p. 431. edit. Havercamp. Siccome il sangue ed il fumo di tante ecatombe sarebbe stato inconveniente, il Cristiano Rabbino Lightfoot se ne sbriga con un miracolo. Le Clerc (in quei luoghi) ardisce di sospettare della fedeltà de’ numeri.