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256 | storia della decadenza |
dalle arbitrarie vessazioni, che avevan sofferto sotto il regno di Costantino e de’ suoi figli. Nel medesimo tempo i Vescovi e Cherici, ch’erano stati banditi dall’Arriano Monarca, furon richiamati dall’esiglio, e restituiti alle respettive lor Chiese, i Donatisti, i Novaziani, i Macedoniani, gli Eunomiani, e quelli che con miglior fortuna aderivano alla dottrina del Concilio Niceno ebbero una sorte medesima. Giuliano che intendeva e derideva le lor teologiche dispute, invitò alla reggia i Capi delle Sette contrarie per poter godere il piacevole spettacolo de’ loro furiosi conflitti. Il clamor della controversia qualche volta eccitò l’Imperatore a gridare: „Uditemi; i Franchi e gli Alemanni mi hanno ascoltato„; ma presto conobbe, che allora trattava con nemici più ostinati ed implacabili, e quantunque impiegasse la forza dell’eloquenza a persuaderli di vivere in concordia, o almeno in pace, avanti di licenziarli dalla sua presenza restò perfettamente convinto, ch’ei non aveva che temere dall’unione de’ Cristiani. L’imparziale Ammiano attribuì quest’affettata clemenza al desiderio di fomentar l’interne divisioni della Chiesa, ed infatti l’insidioso disegno di sottominare il Cristianesimo era inseparabilmente connesso con lo zelo che Giuliano professava, di restaurar l’antica religion dell’Impero1.
Appena salito sul Trono, secondo il costume de’ suoi
- ↑ Ammiano XXII. 5. Sozomeno l. V. c. 5. Bestia moritur, tranquillitas redit... omnes Episcopi, qui de propriis sedibus fuerant exterminati, per indulgentiam novi Principis ad Ecclesias redeunt. Girol. adv. Lucifer. Tom. II p. 143. Ottato rimprovera a’ Donatisti d’esser debitori della loro salvezza ad un apostata (l. II. c. 16 p. 36, 37, Edit. Dupin).