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244 | storia della decadenza |
mitologia Pagana si riferirono in varie maniere, i sacri interpreti erano in libertà di scegliere le circostanze più convenienti; ed interpretando essi una cifra arbitraria, da ogni favola potevan trarre ogni senso che si adattasse al lor favorito sistema di religione e di filosofia. La lasciva figura d’una Venere nuda riducevasi alla scoperta di qualche precetto morale o di qualche fisica verità; e la castrazione di Ati spiegava la rivoluzione del sole fra’ tropici, e la separazione dell’anima umana dal vizio e dall’errore1.
Sembra che il sistema Teologico di Giuliano contenesse i sublimi ed importanti principj della religion naturale. Ma siccome la fede, che non è fondata sulla rivelazione, dee rimaner priva d’ogni stabile sicurezza, il discepolo di Platone imprudentemente ricadde nell’abitudine della volgar superstizione: e pare che si confondessero insieme l’idea popolare e la filosofica della Divinità nella pratica, negli scritti ed eziandio nello spirito di Giuliano2. Riconosceva e adorava il pio Imperatore l’Eterna Causa dell’Universo, alla quale attribuiva tutte le perfezioni, d’un’infinita natura, invisibile agli occhi, ed inaccessibile all’intel-
- ↑ Vedi la quinta Orazione di Giuliano. Ma tutte le allegorie, che mai uscirono dalla scuola Platonica, non uguagliano il breve poema di Catullo sul medesimo straordinario soggetto. Il passaggio d’Ati, dal più fiero entusiasmo al sobrio patetico lamento per l’irreparabil sua perdita, deve inspirar compassione ad un uomo, e disperazione ad un eunuco.
- ↑ Può dedursi la vera religione di Giuliano da’ Cesari (p. 308 con le note ed illustrazioni dello Spanemio), da’ frammenti appresso Cirillo (l. II. p. 57. 58) e specialmente dalla orazione teologica in Solem Regem, indirizzata in confidenza al Prefetto Sallustio, suo amico.