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la oppressione, e fu imposto silenzio alle deboli querele de’ suoi deputati dal decreto d’un Magistrato provinciale, che pare avesse consultato soltanto l’interesse della capitale in cui risiedeva. Sette anni dopo questa sentenza, Giuliano1 concesse che la causa fosse rivista in un tribunal superiore; e s’interpose la sua eloquenza, molto probabilmente con successo felice, in difesa d’una città ch’era stata la sede reale d’Agamennone2, ed avea dato alla Macedonia una stirpe di conquistatori e di Re3.

La faticosa amministrazione degli affari militari e civili, ch’eran moltiplicati a misura dell’estensione dell’Impero, esercitò l’abilità di Giuliano; ma egli di più frequentemente assumeva i caratteri di Oratore4,

  1. Juliano Ep. XXXV. p. 407-411. Questa lettera, che illustra la decadente età della Grecia, è omessa dall’Ab. della Bleterie, e stranamente sfigurata dal traduttore latino, che indicando ατελεια immunità per tributo e ιδιωται privati per populus, direttamente contraddice al senso dell’Originale.
  2. Esso regnò in Micene alla distanza di cinquanta stadi, o di sei miglia da Argo, ma queste Città che florirono al- ternativamente, son confuse fra loro da’ Poeti Greci. Strab. l. VIII. p. 879. edit. Amstel. 1707.
  3. Marsham. Can. Chron. p. 420. Questa provenienza da Temeno ed Ercole può esser sospetta; pure fu accordata dopo un rigoroso esame da’ giudici de’ giuochi Olimpici (Erodoto l. V. c. 22.) in un tempo nel quale i Re di Macedonia eran oscuri, e non popolari nella Grecia. Quando la lega Achea si dichiarò contro Filippo, fu creduto conveniente, che i deputati d’Argo si ritirassero. T. Liv. XXXII.
  4. È celebrata la sua eloquenza da Libanio (Orat. parent. c. 75. 76. p. 300. 301.) che fa menzione distintamente degli Oratori d’Omero. Socrate (l. III c. 1.) ha imprudentemente affermato, che Giuliano fu il solo Principe dopo Giulio Ce-