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220 | storia della decadenza |
pio de’ Greci filosofi amava teneramente. Se Giuliano consultato avesse i puri dettami della ragione, il primo Magistrato de’ Romani avrebbe deriso l’affettazione di Diogene egualmente che quella di Dario.
Ma sarebbe restata imperfetta l’opera della pubblica riforma, se Giuliano soltanto avesse corretto gli abusi, senza punire i delitti del regno del suo predecessore. „Noi siamo adesso maravigliosamente liberati„ dic’egli in una lettera famigliare ad uno de’ suoi intimi amici „dalle fauci voraci dell’Idra1. Io non intendo d’applicar quest’epiteto al mio fratello Costanzo. Esso non è più; possa la terra esser leggiera sopra il suo capo! Ma gli artificiosi e crudeli suoi favoriti procuravano d’ingannare e di inasprire un Principe, di cui non può lodarsi la natural dolcezza senza qualche sforzo d’adulazione. Ciò nonostante non è mia intenzione, che anche questi uomini vengan oppressi; sono essi accusati, e goderanno il vantaggio d’un giusto imparziale processo„. Per dirigere quest’esame, Giuliano deputò sei Giudici del più alto grado nello Stato, o nell’esercito; e siccome desiderava d’evitar la taccia di condannare i suoi personali nemici, stabilì a Calcedonia sulla parte Asiatica del Bosforo quel tribunale straordinario; e diede a’ Commissari un assoluto potere di pronunziare, e d’eseguire la lor sentenza definitiva senza dilazione e senz’appello. S’esercitò l’uffizio di
- ↑ Julian Epist. XXIII. p. 389. Egli adopera le parole πολοκε φαλον υδραν scrivendo al suo amico Ermogene, che conversava com’esso co’ Poeti Greci.
giera allusione; ma il piccolo animale, che Giuliano nomina, è il più famigliare all’uomo, e significa amore.