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216 | storia della decadenza |
per la guerra Persiana. La diligenza dell’Istorico ha potuto sol conservarci le azioni di Giuliano; ma quella de’ suoi voluminosi scritti, che tuttora sussiste, è un monumento dell’applicazione ugualmente che del genio dell’Imperatore. Il Misopogon, i Cesari, varie delle sue orazioni, e la sua elaborata opera contro la religione Cristiana furon composti nelle lunghe notti dei due inverni che passò, il primo a Costantinopoli, ed il secondo in Antiochia.
[A. D. 361-363] La riforma della Corte Imperiale fu uno de’ primi, e più necessari atti del governo di Giuliano1. Appena entrato nel Palazzo di Costantinopoli, ebbe occasione di servirsi d’un barbiere. Gli si presentò subito un uffiziale, magnificamente vestito; „Ho bisogno d’un barbiere (esclamò il Principe con affettata sorpresa) non d’un ricevitor generale di Finanze2„. Dimandò a quest’uomo quanto gli rendesse il suo impiego; ed intese, che oltre un grosso salario, ed alcuni valutabili incerti, godeva una quotidiana prestazione per venti servi, ed altrettanti cavalli. Eran distribuiti, ne’ varj uffizj di lusso, mille barbieri, mille coppieri, mille cuochi; e il numero degli Eunuchi non poteva paragonarsi che agl’insetti d’un giorno d’estate3. Il Monarca che abbandonava
- ↑ La riforma del Palazzo è descritta da Ammiano (XXII. 4), da Libanio (Orat. parent. c. 62. p. 288), da Mammertino (in paneg. Vet. 11.), da Socrate (l. III. c. 1), e da Zonara (Tom. II. l. 13, p. 24).
- ↑ Ego non Rationalem jussi, sed tonsorem accivi. Zonara usa l’immagine meno naturale d’un senatore. Pure un uffizial di finanze, saziato dalle ricchezze, desiderar poteva ed ottener gli onori del Senato.
- ↑ Μαγειρους μεν χιλιους, καρεας δε ουκ ελαττους, οινοχους