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segretari. Godeva tal flessibilità nel pensare, e tal fermezza d’attenzione, che impiegar poteva la mano a scrivere, l’orecchio ad udire, e la voce a dettare; e seguitare nel tempo stesso tre differenti serie d’idee, senza esitazione e senz’errore. Mentre i suoi ministri dormivano, il Principe agilmente passava da un lavoro all’altro; e dopo un frettoloso pranzo, ritiravasi nella sua libreria, finchè i pubblici affari, che aveva fissati per la sera, lo ritraessero dal proseguire i suoi studi. La cena dell’Imperatore era sempre di minor sostanza del primo cibo; il suo sonno non veniva mai ottenebrato da’ fumi dell’indigestione; ed eccettuato il breve intervallo d’un matrimonio, che fu effetto della politica piuttosto che dell’amore, il casto Giuliano non divise mai il proprio letto con femminil compagnia1. Egli veniva presto svegliato dall’entrar che facevano i nuovi segretari, che avevan dormito il giorno avanti, ed i suoi servi eran obbligati a vegliare a vicenda, mentre l’instancabile padrone appena lor permetteva altro sollievo che quello di cangiare le occupazioni. Il zio di Giuliano, il fratello, ed il cugino, suoi

  1. Lectulus... Vestalium toris purior. È la lode, che Mammertino (Paneg. vet. XI. 13.) indirizza a Giuliano medesimo. Libanio afferma in un semplice e perentorio linguaggio che Giuliano non ebbe mai commercio con donne, prima del suo matrimonio, o dopo la morte della sua moglie (Orat. parent. c. 88. p. 323). La castità di Giuliano vien confermata dall’imparzial testimonianza d’Ammiano (XXV. 4.) e dal parzial silenzio de’ Cristiani. Pure Giuliano ironicamente insiste sul rimprovero del Popolo d’Antiochia, che esso quasi sempre ως επιπαν (in Misopogon p. 345) stava solo. L’Ab. della Bleterie spiega questa sospettosa espressione (Hist. de Jovien. Tom. II. p. 103-109.) con candore ed ingenuità.