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dell'impero romano cap. xxii 211

sbarcato nel porto il corpo del defunto Imperatore, i sudditi di Giuliano applaudirono alla reale, o affettata umanità del loro Sovrano. A piedi, senza diadema, e vestito a lutto, egli accompagnò il funerale fino alla Chiesa de’ santi Apostoli, dove fu depositato il cadavere; e se possono interpretarsi questi segni di rispetto, come un tributo fatto in riguardo di se stesso alla nascita ed alla dignità dell’Imperial suo cugino, le lacrime di Giuliano protestarono al Mondo ch’egli aveva dimenticato le ingiurie, e si rammentava solo delle obbligazioni, che professava a Costanzo1. Appena le legioni d’Aquileia furono assicurate della morte dell’Imperatore, aprirono le porte della città, e, col sacrifizio de’ loro colpevoli Capi, ottennero un facil perdono dalla prudenza, o dalla mansuetudine di Giuliano, che nel trentesimo secondo anno della sua età acquistò l’intero possesso del Romano Impero2.

La filosofia aveva insegnato a Giuliano a paragonare fra loro i vantaggi dell’azione e del ritiro; ma

  1. I funerali di Costanzo vengon descritti da Ammiano (XXI 16), da Gregorio Nazianzeno (Or. VI. p. 119), da Mammertino (in Paneg. vet. XI. 27), da Libanio (Orat. parent. c. 56. p. 283), ed a Filostorgio (l. VI. c. 6. con le dissertaz. del Gottofredo p. 265). Questi Scrittori, e quelli, che gli han seguitati, secondo la propria professione di Pagani, di Cattolici, e di Arriani, osservano l’Imperatore sì vivo che morto con occhi assai differenti.
  2. Non sono ben determinati l’anno ed il giorno della nascita di Giuliano. Il giorno è probabilmente il sei di Novembre, e l’anno dev’essere il 331, o il 332. Tillemont. Hist. des Emper. T. IV. p. 693. Ducange Fam. Byzant. p. 50. Io ho preferito la data più antica.