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e tenera moglie ch’ei lasciava gravida, potesse prevalere negli ultimi suoi momenti alle più aspre passioni della vendetta, e dell’odio. Eusebio ed i suoi rei compagni fecero un vano tentativo di prolungare il regno degli Eunuchi, mediante l’elezione d’un altro Imperatore, ma si rigettaron con disdegno i loro intrighi da un esercito, che allora abborriva il pensiero della discordia civile; e furono subito spediti due uffiziali d’alto grado ad assicurar Giuliano, che ogni spada nell’impero si sarebbe adoprata in servigio di lui. Furono prevenuti da questo fortunato accidente i militari disegni di quel Principe, che avea formato tre differenti attacchi contro la Tracia, e senza spargere il sangue de’ suoi concittadini, egli evitò i pericoli d’un dubbioso combattimento, ed acquistò i vantaggi d’una compita vittoria. Impaziente di visitare il luogo della sua nascita, e la nuova Capitale dell’Impero, s’avanzò da Naisso per le montagne dell’Emo, e le città della Tracia. Quando giunse in Eraclea, alla distanza di sessanta miglia, tutta Costantinopoli uscì ad incontrarlo; ed egli fece il trionfale suo ingresso fra le rispettose acclamazioni de’ soldati, del popolo, e del Senato. Una moltitudine innumerabile s’affollò intorno ad esso con ardente rispetto; e forse restò sorpresa quando vide la piccola statura, ed il semplice abito d’un Eroe, che nella sua inesperta gioventù aveva vinto i Barbari della Germania, e allora aveva traversato con un prospero corso tutto il continente d’Europa, da’ lidi del mare Atlantico fino a quelli del Bosforo1. Pochi giorni dopo, allorchè fu

  1. Nel descrivere il trionfo di Giuliano, Ammiano (XXI, 1, 2.) assume il sublime accento di oratore, o di poeta; men-