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dell'impero romano cap. xxii 207

tal militare spedizione, che come d’una partita di caccia1. Nel campo di Gerapoli in Siria comunicò questo disegno all’esercito: toccò di volo la colpa e la temerità del Cesare, ed osò assicurare i soldati, che se gli ammutinati Galli ardivano di venir loro incontro nel campo, sarebbero stati incapaci di sostenere l’ardor de’ lor occhi, e l’irresistibile forza de’ loro clamori d’attacco. Si fece applauso militare al discorso dell’Imperatore; e Teodoto, Presidente del consiglio di Gerapoli, fece istanza con lacrime d’adulazione che la sua città venisse adornata del capo del soggiogato ribelle2. Fu spedito in carri di posta uno scelto distaccamento per assicurare, se fosse stato possibile, il passo di Succi; le reclute, i cavalli, le armi, ed i magazzini, che s’erano preparati contro Sapore, si applicarono all’uso della guerra civile, e le domestiche vittorie di Costanzo inspiravano a’ suoi partigiani la più certa sicurezza di buon successo. Il notaro Gaudenzio aveva occupato in suo nome le Province dell’Affrica; fu intercettata la sussistenza di Roma; e s’accrebbe la strettezza di Giuliano per un inaspettato accidente, che avrebbe potuto produrre conseguenze fatali. Giuliano aveva accettato la sommissione di due legioni e d’una coorte d’arcieri, ch’erano di guarnigione a Sirmio; ma ebbe con ragione sospetto

  1. Tamquam venaticam praedam caperet; hoc enim ad leniendum suorum metum subinde praedicabat. Ammiano XXI. 7.
  2. Vedi il discorso ed i preparativi in Ammiano XXI 13. Il vil Teodoto implorò in seguito ed ottenne il perdono dal pietoso conquistatore, che indicò il desiderio che aveva di scemare il numero de’ nemici e di accrescere quello degli amici (XXII 14).