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l’assicurò di grosse provvisioni, sufficienti a saziare il non delicato e vorace appetito d’un esercito Gallico; ed arditamente s’abbandonò al corso del Danubio. Gli sforzi de’ suoi marinari, che faticavano con diligenza continua, e la stabil costanza d’un vento favorevole, fecero progredir la sua flotta più di seicento miglia in undici giorni1; ed aveva già sbarcate le sue truppe a Bologna, distante non più di diciannove miglia da Sirmio, avanti che i nemici avessero alcuna certa notizia, ch’egli avea lasciate le rive del Reno. Nel corso di questa lunga e rapida navigazione l’animo di Giuliano era fisso nell’oggetto della sua intrapresa; e quantunque accettasse le deputazioni di alcune città, che s’affrettavano ad acquistare il merito d’una pronta sommissione, passò davanti alle fortezze nemiche situate lungo il fiume, senza cedere alla tentazione di segnalare un vano ed inopportuno valore. Le sponde del Danubio da una parte e dall’altra erano coronate di spettatori, che ammiravan la pompa militare, prevedevano l’importanza del fatto, e spargevan per le vicine regioni la fama d’un giovin Eroe, che s’avanzava con una velocità più che mortale alla testa delle innumerabili forze d’Occidente. Luciliano, che col grado di Generale di cavalleria comandava la milizia dell’Illirico, rimase agitato e perplesso dalle dubbiose relazioni, ch’ei non poteva nè rigettare, nè credere. Avea egli prese alcune lente ed irresolute

    la Lauriacense (a Lauriacum o Lorch) l’Arlapense, la Maginense; e fa menzione di cinque legioni o coorti di Liburnarj, che dovevano essere una specie di soldati di marina. Sect. 58. Edit. Labb.

  1. Il solo Zosimo (l. III. p. 156) ha specificato quest’in-