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negoziazione, che si trattava alla distanza di tremila miglia tra Parigi ed Antiochia; e quando Giuliano s’accorse, che il suo moderato e rispettoso contegno non serviva che ad irritare l’orgoglio d’un implacabil nemico, arditamente risolse di commetter la sua vita e il suo stato alla sorte d’una guerra civile. Diede una pubblica, e militar udienza al Questore Leonas; fu letta la superba lettera di Costanzo all’attenta moltitudine; e Giuliano si protestò con la più adulante deferenza, ch’egli era pronto a dimettere il titolo d’Augusto, se poteva ottenere il consenso di quelli ch’ei riguardava come autori della sua elevazione. La timida proposizione impetuosamente fu rigettata, e da ogni parte del campo nel tempo stesso rimbombarono queste acclamazioni „Giuliano Augusto, continua a regnare per l’autorità dell’esercito, del popolo e della Repubblica, che hai salvata„, onde spaventato rimase il pallido Ambasciator di Costanzo. In seguito fu letta una parte della lettera, in cui l’Imperatore accusava l’ingratitudine di Giuliano, ch’esso aveva insignito dell’onor della porpora; che aveva educato con tanta cura, e tenerezza; che aveva difeso nella sua infanzia, quando ei restò un orfano senza soccorso; „Orfano! interruppe Giuliano, che giustificava la propria causa nel tempo che soddisfaceva le sue passioni; „L’assassino di mia famiglia mi rinfaccia che io rimasi orfano? Egli mi spinge a vendicar quelle ingiurie, che lungamente ho procurato di porre in obblio„. Fu licenziata l’assemblea; e Leonas, che s’era difficilmente difeso dal furor popolare, fu mandato al suo Signore con una lettera, in cui Giuliano esprimeva co’ tratti della più veemente eloquenza i sentimenti d’ira, d’odio, e di disprezzo, ch’erano stati soppressi ed