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194 | storia della decadenza |
arti; e Vadomair, che sotto il carattere d’amico aveva incautamente accettato un invito da’ Governatori Romani, fu arrestato nel mezzo del convito, e mandato prigioniero nel cuor della Spagna. Avanti che i Barbari fosser rinvenuti dalla lor sorpresa, l’Imperatore comparve armato sulle sponde del Reno, ed attraversato un’altra volta il fiume, rinnovò le profonde impressioni di terrore e di rispetto, che si eran già fatte da quattro precedenti spedizioni1.
Gli Ambasciatori di Giuliano avevano avuto l’ordine d’eseguire colla massima diligenza l’importante lor commissione. Ma nel passar che fecero per l’Italia e l’Illirico fur trattenuti dalle tediose ed affettate dilazioni de’ Governatori delle Province; furon condotti a lente giornate da Costantinopoli a Cesarea in Cappadocia; e quando finalmente vennero ammessi alla presenza di Costanzo, trovarono ch’egli avea già concepito da’ dispacci de’ suoi Uffiziali la più svantaggiosa opinione della condotta di Giuliano e dell’esercito Gallico. Si ascoltarono le lettere con impazienza; i tremanti Ambasciatori furono licenziati con ira e disprezzo; e gli sguardi, i gesti, ed il furioso linguaggio del Monarca esprimevano il disordine dell’animo suo. Il domestico vincolo, che avrebbe potuto riconciliare il fratello e il marito d’Elena, di fresco erasi sciolto per la morte di quella Principessa, di cui la gravidanza era stata più volte infruttuosa, ed alla fine riuscille fatale2. L’Imperatrice Eusebia avea con-