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192 | storia della decadenza |
legata, che da gran tempo esercitava sulle Province di Gallia, di Spagna, e della Gran-Brettagna si continuò a venerare sotto un nome più indipendente ed augusto. I soldati ed il popolo furon contenti d’una rivoluzione, che non venne macchiata neppure dal sangue de’ rei. Florenzio fuggì; Lupicino fu arrestato. Quelli, che non amavano il nuovo governo, furono disarmati, e posti in sicuro; e si distribuirono gli uffizj vacanti, secondo la raccomandazione del merito, da un Principe che disprezzava gl’intrighi del palazzo, ed i clamori de’ soldati1.
I trattati di pace venivano accompagnati e sostenuti dalle più vigorose preparazioni per la guerra. L’esercito, che Giuliano teneva pronto per agire immediatamente, fu reclutato ed accresciuto da’ disordini de’ tempi. La crudel persecuzione del partito di Magnenzio aveva riempito la Gallia di numerose truppe di banditi, e di ladri. Questi volentieri accettaron l’offerta d’un generale perdono da un Principe del quale potevan fidarsi, si sottomisero al rigore della militar disciplina, e non ritennero che un odio implacabile contro la persona e il governo di Costanzo2. Subito che la stagione permise d’entrare in campagna, egli comparve alla testa delle sue legioni; gettò un ponte
- ↑ Vedi le prime azioni del suo Regno appresso Giuliano medesimo ad S. P. Q. Athen. pag. 285, 286. Ammiano XX. 5, 8. Liban. Orat. parent. c. 49, 50. pag. 273-275.
- ↑ Liban. Orat. parent. c. 50. p. 275, 276. Fu questo uno strano disordine, poichè continuò più di sette anni. Nelle fazioni delle Repubbliche Greche gli esiliati ascendevano a 20,000 persone; ed Isocrate assicura Filippo, che sarebbe stato più facile di levar un’armata fra vagabondi, che dalle città. Vedi Hume. Saggi Tom. I. p. 426-427.