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caso; la ceremonia si terminò con la promessa d’un moderato donativo1; ed il nuovo Imperatore, oppresso da un vero o affettato rammarico, si ritirò ne’ più segreti recessi del suo appartamento2.

Poteva il dispiacer di Giuliano provenire solo dalla sua innocenza; ma questa deve apparire estremamente dubbiosa3 agli occhi di quelli, che hanno appreso a sospettare de’ motivi, e delle proteste dei Principi. Il suo attivo e vivace spirito era suscettibile delle diverse impressioni di speranza e di timore, di gratitudine e di vendetta, di dovere e d’ambizione, d’amor della fama e di timor del biasimo. Ma è impossibile per noi il calcolare il respettivo peso, e l’azione di tali sentimenti, o il determinare i principj agenti, che sfuggir potevano all’osservazione di Giuliano medesimo, mentre ne guidavano, o piuttosto ne spingevano i passi. Il disgusto delle truppe nasceva

  1. Cioè un’ugual porzione d’oro e d’argento, cinque monete di quello, ed una libbra di questo, che in tutto ascendeva a circa cinque lire Sterline, e dieci Scellini.
  2. Per l’intera narrativa di questa ribellione possiamo rimetterci a materiali originali ed autentici, quali sono Giuliano medesimo (ad S. P. Q. Athen. pag. 282, 283, 284). Libanio (Orat. Parent. c. 44-48. in Fabric. Bibliot. Graec. Tom. VII. p. 269-273) Ammiano (XX. 4) e Zosimo (l. III. p. 151, 152, 153) che nel regno di Giuliano par che seguiti l’autorità più rispettabile d’Eunapio. Con tali guide potremmo fare di meno degli abbreviatori e degl’Istorici Ecclesiastici.
  3. Eutropio ch’è un rispettabile testimone, usa la dubbiosa espressione consensu militum (X. 15). Gregorio Nazianzeno di cui l’ignoranza potrebbe scusare il fanatismo, direttamente accusa l’apostata di presunzione, d’empietà e d’empia ribellione. αυθαδεια, απονοια, ασεβεια Orat. III. p. 67.