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186 | storia della decadenza |
polare si ridusse a poco o poco ed una regolare cospirazione; si ampliarono dalla passione i giusti motivi di querela; e siccome nella vigilia della partenza permettevasi alle truppe una licenziosa ricreazione, le loro passioni furono anche infiammate dal vino. Alla mezza notte l’impetuosa moltitudine con spade, con bicchieri, e con faci alla mano corse ne’ sobborghi; circondò il palazzo1; e non curando il futuro pericolo, pronunziò le fatali e irrevocabili parole: Giuliano Augusto. Il Principe, la cui ansiosa sospensione veniva interrotta dalle disordinate loro declamazioni, assicurò le porte, affinchè non s’introducessero nel palazzo; e per quanto fu in suo potere, non espose la propria persona e di-
- ↑ Ch’era molto probabilmente il palazzo de’ bagni (Thermarum) di cui sussiste ancora una solida ed alta stanza nella via De la Harpe. Quelle fabbriche cuoprivano un considerabile spazio del moderno quartiere dell’Università; ed i giardini sotto i Re Merovingi comunicavano coll’abbazia di S. Germano des Prez. Dalle ingiurie del tempo, e de’ Normanni quest’antico palazzo fu ridotto nel duodecimo secolo ad un mucchio di rovine, gli oscuri nascondigli del quale servivan di scena a’ licenziosi amori.
Explicat aula sinus, montemque amplectitur alis;
Multiplici latebra scelerum tersura ruborem.
. . . . pereuntis saepe pudoris.
Celatura nefas, Venerisque accommoda furtis.Questi versi son presi dall’Architrenius lib. IV. c. 8. opera poetica di Giovanni di Hauteville, o Hauville Monaco di S. Albano verso l’anno 1190. Vedi Warton Istor. della Poes. Ingl. Vol. 1 dissert. 2). Tali furti però erano forse meno perniciosi per il genere umano delle Teologiche dispute della Sorbona, che di poi si sono agitate sul medesimo terreno. Bonamy Mem. de l’Acad. Tom. XX. p. 678-682.