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dell'impero romano cap. xxi 167

non trovavano resistenza, ordinariamente si contentavano del saccheggio, ma la minima opposizione serviva per provocarli ad atti di violenza e di strage; ed alcuni Preti Cattolici, che avevano imprudentemente segnalato il loro zelo, furon tormentati da’ fanatici con la più raffinata e cruda barbarie. Lo spirito dei Circoncellioni però non si esercitava sempre contro nemici senza difesa. Attaccarono essi, ed alle volte anche disfecero, le truppe della Provincia; e nella sanguinosa azione di Bagai assaltarono in campo aperto, ma con disgraziato valore, una guardia avanzata della cavalleria Imperiale. I Donatisti, ch’erano presi armati, ricevevano, e facilmente meritavano il trattamento che avrebbe potuto farsi alle bestie selvagge del deserto. I prigionieri morivano, senza mandare un lamento, o per mezzo della spada, o della scure, o del fuoco; e si moltiplicarono in una rapida proporzione le rappresaglie, che aggravavan gli orrori della ribellione, ed escludevano la speranza d’un vicendevol perdono. Al principio del presente secolo, si è rinnovato l’esempio dei Circoncellioni nella persecuzione, nell’ardire, ne’ delitti, e nell’entusiasmo dei Camisardi, e se i fanatici di Linguadoca sorpassaron quelli di Numidia per le loro azioni militari, gli Affricani mantenner la fiera loro indipendenza con maggiore risolutezza e perseveranza1.

Tali disordini sono i naturali effetti d’una tirannia religiosa; ma la rabbia dei Donatisti era infiammata

  1. L’istoria dei Camisardi, stampata in 3 volumi in 12. a Villafranca nel 1760, può lodarsi come esatta ed imparziale. Per iscuoprire la religion dell’Autore si richiede qualche attenzione.