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156 storia della decadenza

Le rivoluzioni della Corte moltiplicavano il numero dei pretendenti; e spesso la medesima città, sotto il regno di Costanzo, veniva contrastata fra due, tre o anche quattro Vescovi, ciascheduno dei quali esercitava la spirituale giurisdizione su’ propri respettivi seguaci, ed alternativamente perdeva o ricuperava il temporal possesso della Chiesa. L’abuso del Cristianesimo introdusse nel governo Romano nuove cause di tirannia e di sedizione; i vincoli della civil società si spezzarono dal furore di religiose fazioni: e l’oscuro cittadino, che avrebbe potuto sopravviver tranquillamente all’elevazione ed alla caduta di più Imperatori, s’immaginava e provava di fatto, che la propria vita, e le sue sostanze eran congiunte con gl’interessi d’un popolare Ecclesiastico. L’esempio delle due Capitali, Roma e Costantinopoli, può servire a rappresentare lo stato dell’Impero e l’indole del genere umano sotto il regno dei figli di Costantino.

I. Insino a che il Romano Pontefice mantenne il suo posto ed i suoi principj, egli fu guardato dal tenero attaccamento d’un gran Popolo; e potea rigettare con disprezzo le preghiere, le minacce e le offerte di un Principe eretico. Quando gli Eunuchi ebber segretamente determinato l’esilio di Liberio, il ben fondato timor d’un tumulto gl’impegnò ad usar le maggiori cautele nell’eseguir la sentenza. Fu investita da ogni parte la Capitale, e fu comandato al Prefetto di