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vece di conciliare le parti col peso della sua autorità, applaudiva e propagava per mezzo di verbose dispute le differenze che aveva eccitate la sua vana curiosità. Le pubbliche strade eran coperte da truppe di Vescovi che correvano da ogni parte alle assemblee, ch’essi chiamano Sinodi; e mentre ciascheduno procurava di trarre tutta la Setta alle proprie particolari opinioni, da’ precipitosi replicati loro viaggi era quasi rovinato il pubblico regolamento delle poste1„. La nostra più intima cognizione dell’istoria Ecclesiastica del regno di Costanzo ci somministrerebbe un ampio comentario a questo notabile passo, il quale giustifica i ragionevoli timori d’Atanasio, che l’inquieta attività del Clero, il quale andava girando attorno in cerca della vera fede, non eccitasse il disprezzo e le risa del Mondo infedele2. Tosto che l’Imperatore rimase libero da’ terrori della guerra civile, consacrò l’ozio de’ suoi quartieri d’inverno in Arles, in Milano, in Sirmio ed in Costantinopoli al divertimento ed a’ travagli della controversia; fu sguainata la spada del Magistrato ed eziandio del Tiranno per sostenere a viva forza le ragioni del Teologo; e poichè s’opponeva alla

  1. Un passo così curioso merita bene d’essere trascritto. Christianam Religionem absolutam et simplicem anili superstitione confundens; in qua scrutanda perplexius, quam componenda gravius excitaret dissidia plurima, quae progressa fusius aluit concertatione verborum, ut catervis Antistitum jumentis publicis ultro citroque discurrentibus, per sinodos (quas appellant) dum ritum omnem ad suum trahere conantur (Valesio legge conatur) rei vehiculariae concideret nervos. Ammiano XXI. 16.
  2. Atanas. Tom. I. p. 870.