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storia della decadenza |
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espose la sua persona con un’intrepidezza sì paziente, che animò il valore de’ combattenti. Nonostante l’applauso, che si è fatto all’eloquenza e sagacità di Costantino1, un Generale Romano, la cui religione poteva esser sempre dubbiosa, e la cui mente non era stata illuminata nè dallo studio, nè dall’inspirazione, doveva esser poco acconcio a discutere in Greco linguaggio una questione metafisica o un articolo di fede. Ma il credito d’Osio suo favorito, il quale sembra che presedesse al Concilio di Nicea, potè disporre l’Imperatore a favor della parte ortodossa; ed una osservazione fatta a tempo, che quel medesimo Eusebio di Nicomedia, il quale allora proteggeva gli Eretici, aveva innanzi assistito il Tiranno2, potè inasprirlo contro gli avversari. Il Simbolo Niceno fu ratificato da Costantino, e la sua ferma dichiarazione, che quelli che resistito avessero al divino giudizio del Sinodo, potean prepararsi immediatamente all’esilio, annientò i romori di una debole opposizione, che da diciassette Vescovi Protestanti fu quasi ad un tratto ridotta a due. Eusebio di Cesarea prestò un ripugnante ed ambiguo consenso all’Homoousion3; e l’equivoca con-
- ↑ Eusebio in vit. Const. l. III. c. 13.
- ↑ Teodoreto ci ha conservato (l. I. c. 20) una lettera scritta da Costantino al popolo di Nicomedia, nella quale il Monarca medesimo si dichiara pubblico accusatore d’uno de’ suoi sudditi: egli nomina Eusebio ο της τυραννικης ωμστητος συμμυσης (complice della tirannica crudeltà), e si duole dell’ostile condotta di lui nel tempo della guerra civile.
- ↑ Vedi appresso Socrate (l. I. c. 8), o piuttosto ap. Teodoreto (l. I. cap. 12) una lettera originale d’Eusebio di Cesarea, nella quale tenta di giustificare la sua soscrizione all’Homoousion. Il carattere d’Eusebio è stato sempre un problema; ma quelli, che han letto la seconda Epistola critica