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6 | storia della decadenza |
opinioni, colle passioni, e cogl’interessi della presente generazione.
[A. D. 306] Nella considerazione d’un soggetto, che si può esaminare senza parzialità, ma non può riguardarsi con indifferenza, nasce subito una difficoltà inaspettata, cioè quella di determinare il vero e preciso tempo della conversione di Costantino. L’eloquente Lattanzio, in mezzo alla Corte di lui, sembra impaziente1 di pubblicare al Mondo il glorioso esempio del Sovrano della Gallia, che fin da’ primi momenti del suo regno conobbe e adorò la maestà dell’unico e vero Dio2.
[A. D. 312] Il dotto Eusebio attribuì la fede di Costantino al segno
- ↑ Si è diligentemente discussa la data delle Istituzioni Divine di Lattanzio; vi si sono scoperte difficoltà; si sono proposti mezzi per iscioglierle; e si è finalmente immaginato l’espediente di supporne due edizioni originali, la prima pubblicata nel tempo della persecuzione di Diocleziano, l’altra sotto quella di Licinio. Vedi Dufresnoy Praef. p. 5. Tillemont Mem. Eccl. Tom. VI p. 465 -470. Lardner Credibilità ec.P. II Vol. VII, p. 78-86. Quanto a me io sono quasi convinto, che Lattanzio dedicasse le sue Istituzioni al Sovrano della Gallia nel tempo in cui Galerio, Massimino, e Licinio stesso perseguitavano i Cristiani, cioè fra gli anni 306 e 311.
- ↑ Lactant. Divin Inst. l. I. VII. 27. Veramente il primo ed il più importante di questi passi manca in 28 manoscritti; ma si trova in altri 19. Se vogliam ponderare il merito di questi manoscritti paragonati fra loro, può allegarsene, in favor di quel passo, uno della libreria del Re di Francia dell’età di 900 anni, ma si omette lo stesso passo nel corretto manoscritto di Bologna, che il P. Montfaucon giudica del sesto, o del settimo secolo (Diar. It. p. 409). Il gusto della maggior parte degli Editori (eccettuato Iseo, vedi Lattanzio dell’edizione del Dufresnoy, Tom. I p. 596) vi ha riconosciuto il genuino stil di Lattanzio.