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84 | storia della decadenza |
molto meno appartengono alla persecuzion religiosa, che alla disciplina militare o anche civile; ma servirono ad alienar la mente degl’Imperatori, a giustificar la severità di Galerio, che dimise un gran numero di uffiziali Cristiani da’ loro impieghi, e ad autorizzar l’opinione, che una setta di entusiasti, che sostenevano principj sì ripugnanti alla pubblica sicurezza, o dovea rimanere inutile, o presto divenir pericolosa all’Impero.
Dopo che il buon successo della guerra Persiana ebbe innalzate le speranze, e la riputazione di Galerio, passò questi un inverno con Diocleziano nel palazzo di Nicomedia; ed il destino del Cristianesimo fu l’oggetto delle segrete loro deliberazioni1. L’esperto Imperatore era sempre inclinato a prender miti determinazioni; e sebbene facilmente consentisse, che i Cristiani fossero esclusi da tutti gl’impieghi del palazzo e dell’esercito, ne’ termini più forti esprimeva il pericolo non meno che la crudeltà di spargere il sangue di que’ delusi fanatici. Galerio finalmente ottenne da lui la permissione di adunare un consiglio, composto di poche persone le più distinte ne’ dipartimenti sì civili che militari dello Stato. Fu in lor presenza discussa tal importante questione, e quegli ambiziosi Cortigiani facilmente conobbero, che a loro incumbeva di secondar con l’eloquenza l’importuna violenza di Cesare. Si può supporre che insistessero sopra ogni punto, che interessar potesse l’orgoglio, la pietà o i timori
- ↑ De M. P. c. II. Lattanzio (o chiunque siasi l’autore di questo piccol trattato) aiutava a quel tempo in Nicomedia; ma sembra difficile immaginare com’egli potesse acquistare una cognizione così esatta di ciò che seguiva nel gabinetto Imperiale.