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82 storia della decadenza

finzioni de’ Greci poeti, instituirono riti misteriosi di divozione per uso de’ lor discepoli eletti, raccomandarono il culto degli Dei antichi, considerati come gli emblemi, o i ministri della suprema Divinità, e composero molti elaborati trattati contro la fede dell’Evangelio1, che dopo dalla prudenza degli Imperatori ortodossi furono dati alle fiamme2.

Quantunque la politica di Diocleziano e l’umanità di Costanzo li disponessero a mantenere inviolate le massime di tolleranza, si venne ben presto in chiaro, che i due loro colleghi, Massimiano e Galerio, nudrivano il più implacabile odio pel nome e per la religione de’ Cristiani. Le scienze non avevano mai illuminato le menti di que’ Principi, nè l’educazione aveva addolcito il loro temperamento. Dovevano essi alle proprie spade la loro grandezza, e nella più sublime fortuna ritennero sempre i superstiziosi pregiudizi de’ soldati e delle inculte persone. Nell’amministrazion generale delle Province obbedivano alle leggi stabilite dal lor benefattore; ma ne’ loro campi e palazzi trovavano spesse occasioni di esercitare una persecuzione segreta3,

  1. Lattanzio (Div. Inst. l. V. c. 2, 3) fa una molto chiara ed ingegnosa istoria di due di questi filosofi, nemici della Fede. Il vasto trattato di Porfirio contro i Cristiani era composto di trenta libri, e fu scritto in Sicilia circa l’anno 270.
  2. Vedi Hist. Eccl. l. I. c. 9. ed il Cod. Teodos. l. I. Tit. I. l. 3.
  3. Eusebio (l. VIII. c. 4. c. 17) determina il numero de’ martiri militari con la seguente notevole espressione σπανίως τούτων εἷς που καὶ δεύτερος, di cui non hanno renduta la forza nè il Traduttore Latino, nè il Francese. Nonostante l’autorità d’Eusebio, ed il silenzio di Lattanzio, di Ambrogio, di Sulpicio, d’Orosio ec. si è per lungo tempo creduto, che la legione Tebea, composta di 6000 Cristiani, soffrisse il