80 |
storia della decadenza |
|
I Pagani s’irritavano per l’ardire di una oscura e nuova setta, che pretendeva di accusare di errore i propri compatriotti, e di condannare i loro padri all’eterna miseria. L’abitudine di giustificare la mitologia popolare contro le invettive di un implacabil nemico, produceva ne’ loro spiriti qualche sentimento di fede e di riverenza per un sistema, ch’essi erano assuefatti a risguardare con la leggerezza più trascurata. Le facoltà soprannaturali, che assumeva la Chiesa, inspiravan terrore nel tempo stesso ed emulazione. I seguaci della vecchia religione si trinceravano con simili fortificazioni di prodigi, inventavan nuove maniere di sacrificare, d’iniziare1 o di espiare i delitti; procuravano di restituire il credito a’ loro spiranti oracoli2, e con ansiosa credulità porgevan orecchio a qualunque impostore, che lusingasse i lor pregiudizi con maravigliosi racconti3. Pare che ambe le parti accor-
- ↑ Noi potremmo addurre fra’ moltissimi esempi il misterioso culto di Mitra, ed il Taurobolia, essendo quest’ultimo divenuto alla moda nel tempo degli Antonini. Vedi una Dissertazione di Deboze nelle memorie dell’Accademia delle Iscrizioni (Tom. II. p. 443). Il romanzo d’Apuleio è pieno sì di devozione che di satira.
- ↑ L’impostore Alessandro con molta forza raccomandò l’oracolo di Trofonio in Mallos, e quelli di Apollo in Claro e in Mileto (Lucian. Tom. II. p. 236. Edit. Reitz.). Quest’ultimo, l’istoria singolare del quale potrebbe somministrare un episodio molto curioso, fu consultato da Diocleziano, avanti ch’ei pubblicasse i suoi editti della persecuzione (Lactant. de M. P. c. 11).
- ↑ Oltre le antiche istorie di Pitagora e d’Aristeo, frequentemente si opponevano a’ miracoli di Cristo le cure fatte al Santuario d’Esculapio, e le favole attribuite ad Apollonio di Tiane; quantunque io convenga col D. Lardner. (Vedi Testim. Vol. III. p. 252, 352), che quando Filostrato scrisse la vita d’Apollonio, non ebbe tal intenzione.