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dell'impero romano cap xvi. |
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che traevan l’origine dalle Province dell’Asia, furono i più favorevoli per li Cristiani: le persone eminenti di questa setta, invece d’essere ridotte ad implorare la protezione di uno schiavo, o d’una concubina, erano ammesse nel Palazzo coll’onorevol carattere di sacerdoti e di filosofi; e le lor misteriose dottrine, ch’erano già sparse fra il popolo, insensibilmente attirarono la curiosità del Sovrano. Quando l’Imperatrice Mammea passò da Antiochia, dimostrò desiderio di trattar col celebre Origene, che avea diffuso la fama della sua pietà e dottrina per l’Oriente. Obbedì Origene ad un invito così lusinghiero, e quantunque non potesse sperar di succedere nella conversione di una donna artificiosa ed ambiziosa, essa udì con piacere le eloquenti di lui esortazioni, ed onorevolmente lo rimandò al suo ritiro di Palestina1. Furono adottati i sentimenti di Mammea dal suo figliuolo Alessandro, e fu indicata la filosofica devozione di quell’Imperatore da un singolare ma indiscreto riguardo per la religione Cristiana. Collocò egli nella sua Cappella domestica le statue d’Abramo, di Orfeo, d’Apollonio e di Cristo, quasi volendo fare un onore giustamente dovuto a que’ rispettabili savj, che in vari modi avevano instruito il genere umano a porger omaggio alla suprema ed universale divinità2. Fra’ suoi domestici, si professava
- ↑ Vedi Eusebio Hist. Eccl. l. VI. c. 21 e Girolamo de script. Eccl. c. 54. Mammea fu chiamata una santa e pia donna sì da’ Cristiani che da’ Pagani. Da’ primi però era impossibile, che essa potesse meritar quell’onorevol epiteto.
- ↑ Vedi L’Istoria Augusta p. 123. Sembra, che Mosemio (p. 465) troppo nobiliti la domestica religione d’Alessandro. Il suo disegno di fabbricare un pubblico tempio a Cristo (Hist. Aug. p. 129) e le obbiezioni, che furon suggerite o