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68 | storia della decadenza |
tere in esecuzione senza esporre al pericolo ed alla pena i più zelanti tra’ loro Dottori e Missionari. In questa mite persecuzione possiam ravvisar sempre lo spirito indulgente di Roma e del Politeismo, che sì facilmente ammetteva ogni cosa in favore di quelli, che praticavano le religiose cerimonie de’ loro Padri1.
Ma presto spirarono, insieme con l’autorità di Severo, le leggi ch’egli avea fatte; ed i Cristiani, dopo questa accidentale tempesta, goderono una calma di trentotto anni2. Fino a quest’epoca essi avevano per ordinario tenuto le loro assemblee in case private ed in luoghi remoti. Fu loro permesso in questo tempo di erigere e di consacrare edifizi atti all’esercizio del culto religioso3, di comprar terre anche nell’istessa Roma per uso della comunità; e di far l’elezioni de’ lor ministri Ecclesiastici in una forma così pubblica, e nel tempo stesso così esemplare da meritar la rispettosa attenzione dei Gentili4. Questo lungo riposo della Chiesa fu congiunto con la dignità. I regni di que’ Principi,
- ↑ Judaeos fieri sub gravi poena vetuit. Idem etiam de Christianis sanxit. Hist. Aug. p. 70.
- ↑ Sulpic. Sever. l. II. p. 384. Questo computo (fattavi una sola eccezione) vien confermato dall’istoria d’Eusebio e dalle opere di Cipriano.
- ↑ Si discute l’antichità delle Chiese Cristiane dal Tillemont (Memoir. Eccles. Tom. III. part. II. p. 68-72) e dal Moyle (Vol. I. p. 378-398). Quegli riferisce la prima costruzione di esse alla pace di Alessandro Severo; questi alla pace di Gallieno.
- ↑ Vedi l’Istoria Augusta p. 130. L’Imperator Alessandro adottò il loro metodo di proporre pubblicamente i nomi di quelle persone, che dovevan promuoversi agli Ordini. È vero però che l’onore di tal costume si attribuisce ancora agli Ebrei.