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storia della decadenza |
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po inclinati a disprezzare, aveva infuso nello spirito di Giuliano i precetti più nobili, ed i più splendidi esempj; l’aveva animato coll’amor della virtù, col desiderio della fama, e col disprezzo della morte. L’abito di temperanza, che si commenda nelle scuole, diviene anche più essenziale nella severa disciplina d’un campo. I puri bisogni della natura regolavano la misura del suo cibo e del suo sonno. Rigettando con isdegno le delicatezze preparate per la sua tavola, egli saziava il suo appetito colle semplici e comuni vivande assegnate a’ più bassi soldati. Nel rigor d’un inverno della Gallia non volle mai soffrire il fuoco nella sua camera, e dopo un breve ed interrotto riposo, spesse volle s’alzava nel più bel della notte da un tappeto steso sul suolo, per ispedire qualche urgente affare, per visitar le sue ronde, e per rubar pochi momenti, ad oggetto di proseguire i favoriti suoi studi1. I precetti d’eloquenza, ch’egli aveva fin qui praticato in immaginari soggetti di declamazione, furono più vantaggiosamente applicati ad eccitare o a quietare le passioni d’una moltitudine armata; e quantunque Giuliano, per l’antica sua abitudine di conversazione e di letteratura, fosse più familiarmente istruito delle bellezze della lingua Greca, pure aveva ancora una sufficiente cognizione della Latina2. Come Giuliano
- ↑ La vita privata di Giuliano nella Gallia e la severa disciplina, che si propose di seguitare, vengono esposte da Ammiano (XVI. 5) che si protesta di lodare, e da Giuliano medesimo, che affetta di mettere in ridicolo (Misopog. p. 540) una condotta, che in un Principe della casa di Costantino doveva eccitar con ragione la sorpresa del mondo.
- ↑ Aderat Latine quoque disserenti sufficiens serma. Ammiano XVI. 5. Ma Giuliano, educato nelle scuole della Gre-